La generalizzazione degli apprendimenti

Chiunque abbia avuto l’occasione di svolgere un lavoro educativo con una persona con disturbi dello spettro autistico può aver avuto l’occasione di rendersi conto di una difficoltà : la persona impara a compiere un azione in presenza di una persona specifica o in un luogo specifico e non sarà rifare la stessa cosa altrove o con qualcun altro. Questa difficoltà è legata alla capacità di generalizzare gli apprendimenti. Dedichiamo quindi questo nuovo articolo a questa specifica difficoltà poiché su essa si basa il lavoro sull’autonomia.

Definizione

La generalizzazione è il trasferimento di una competenza in un contesto o situazione diverso di colui  in cui l’apprendimento ha avuto luogo.

Quando insegniamo ad un bambino, per fare un esempio pratico, come allacciarsi le scarpe, sarà capace di farlo sia a casa, che a scuola o a casa dei nonni e, soprattutto, saprà allacciarsi qualsiasi tipo di scarpa.

Questo esempio vi mostra che questo trasferimento in uno sviluppo normale si fa automaticamente mentre in caso di disturbi dello spettro autistico questo processo non si realizza automaticamente e va accompagnato. 

Generalizzazione e autonomia

Secondo un articolo scientifico redatto nel 2007 da H. Bezille, si può considerare il quotidiano come uno spazio di routine in cui si strutturano gli apprendimenti legati all’autonomia nella vita di tutti i giorni. Concentrarsi su questo spazio significa dunque confrontarsi alla parte immersa dell’iceberg degli apprendimenti : far sì che la persona con autismo sia autonoma rappresenta quindi un doppio accompagnamento educativo, prima bisogna programmare l’apprendimento in un contesto strutturato e poi bisognerà programmare la generalizzazione.

Prendendo in conto queste difficoltà, come fare per accompagnare gli apprendimenti lungo queste due fasi cosi specifiche ?

Teniamo a precisare che l’esempio che vi sarà proposto è preso da un istituto psichiatrico educativo specifico all’autismo nell’età adulta (F.A.M. Les Libellules/Saint Nicolas) situato nel Nord della Francia. In questo istituto, le persone accolte nel servizio sono seguite da due psicologhe del neuro sviluppo che, grazie a delle griglie di valutazione, raccolgono l’insieme delle osservazioni comportamentali per individuare i bisogni specifici di ognuno. A seconda del bisogno che viene individualizzato come prioritario, vengono proposti degli accompagnamenti e programmi educativi specifici. Una volta stabilito l’obiettivo, le psicologhe stabilizzano un protocollo da realizzare nell’attività « Lavoro al tavolo » (TEACCH). Questa attività serve a guidare degli apprendimenti in un contesto « strutturato » per facilitare la concentrazione e l’attenzione. 

Solo i riferimenti di cui la persona ha bisogno per essere disponibile all’apprendimento sono presenti nello spazio di lavoro. La strutturazione del metodo TEACCH prevede nello specifico che la persona prende un esercizio nei cassetti alla sua sinistra, svolge l’azione richiesta e riporlo nei cassetti alla sua destra. L’insieme degli esercizi é generalmente deciso dalle psicologhe in base alle osservazioni raccolte grazie alle griglie di osservazione e alle valutazioni funzionali tipo « Vineland II » o/u TTAP.

Esempio: la gestione dei panni

L’organizzazione interna dell’istituto in termini di igiene è molto rigorosa in quanto si tratta di una struttura ospedaliera. Questo implica una ricerca particolare per far coesistere il rispetto delle regole di igiene e un lavoro educativo sull’autonomia dei ragazzi accolti nelle unità.

Per quanto riguarda la gestione dei panni, una logistica ci è stata imposta in termini di “percorsi interni” per far si che i panni sporchi non si mischino con i panni puliti.  Sulla base di questo regolamento interno, abbiamo predisposto in ogni unità un carrello con tre sacchi di colori diversi in cui i residenti possono autonomamente deporre i panni sporchi che poi vengono trasportati nei locali di lavanderia. I panni vengono divisi in tre sacchi diversi a seconda che questi siano trattati in interno o in esterno

  1. sacco giallo: asciugamani, guanti di toilette e calzini (lavati nell’istituto)
  2. sacco verde: vestiti (trattati da una società partner esterna all’istituto)
  3. sacco blu: lenzuola (trattati da una società partner esterna all’istituto)

Sui carrelli sono state poste le immagini corrispondenti ai panni per dare a tutti i ragazzi dei riferimenti visivi. Dopo una settimana di osservazione, abbiamo potuto individuare chi di loro aveva bisogno di un apprendimento specifico. Le psicologhe del centro hanno quindi creato un esercizio al tavolo per programmare il lavoro

Grazie al velcro, i ragazzi devono quindi smistare correttamente le immagini dei vestiti.

Le psicologhe hanno scelto 15 immagini in totale ( 5 per ogni categoria) da dover apporre nella giusta colonna. Durante il lavoro al tavolo, gli educatori hanno riempito delle griglie di osservazione per permettere alle psicologhe di monitorare l’avanzamento degli apprendimenti. 

Quando le griglie di osservazione mostrarono almeno 80% di risposte esatte, lo stesso identico lavoro fu proposto ai ragazzi in situazione reale per favorire la generalizzazione.

In un anno circa di lavoro pluridisciplinare per accompagnare e generalizzare l’apprendimenti, tutti i ragazzi erano in capacità di occuparsi dei propri panni in autonomia.

Conclusioni

Grazie al velcro, i ragazzi devono quindi smistare correttamente le immagini dei vestiti.

Le psicologhe hanno scelto 15 immagini in totale ( 5 per ogni categoria) da dover apporre nella giusta colonna. Durante il lavoro al tavolo, gli educatori hanno riempito delle griglie di osservazione per permettere alle psicologhe di monitorare l’avanzamento degli apprendimenti. 

Quando le griglie di osservazione mostrarono almeno 80% di risposte esatte, lo stesso identico lavoro fu proposto ai ragazzi in situazione reale per favorire la generalizzazione.

In un anno circa di lavoro pluridisciplinare per accompagnare e generalizzare l’apprendimenti, tutti i ragazzi erano in capacità di occuparsi dei propri panni in autonomia.

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