L’avvento del “Fascicolo sanitario elettronico” è il seme piantato per cambiare totalmente il mondo sanitario così come ancora oggi lo conosciamo ed immaginiamo!
Il grande ospedale, lo studio del medico curante, l’ambulatorio per le analisi. La sanità ce la immaginiamo ancora così, una struttura verticale a comparti separati. Ma durante l’emergenza sanitaria il “vecchio” modello ha mostrato i suoi limiti ed è diventato chiaro a tutti che è arrivato il momento di cambiare, di spostarsi verso una sanità “glocal”, dove per farsi curare non ci si appoggia più solo ai pronto soccorso e alle corsie ospedaliere.
Il fascicolo sanitario elettronico è molto più di una cartella clinica virtuale: ti permette di avere a portata di mano la tua storia sanitaria e condividerla con ospedali e specialisti, prenotare visite ed esami, scaricare i buoni spesa per la celiachia, cambiare il medico curante e persino caricare il testamento biologico. Oggi il sistema è attivo in 19 Regioni, e il numero di servizi cambia da territorio a territorio. Ma nel prossimo futuro ci aspettano grandi novità. L’obiettivo infatti è rendere i sistemi regionali compatibili tra loro e questo significa che un paziente della Basilicata potrà consultare il suo fascicolo anche in un ospedale del Piemonte, senza dover portare con sé carte e documenti.
Pensate a una famiglia con una persona gravemente malata o con un anziano non autosufficiente. Poi immaginate una persona che istruisce i caregiver su come gestire la malattia, si rende disponibile in caso di dubbi o problemi e si occupa di contattare l’assistente sociale o lo psicologo se c’è bisogno. È quello che farà l’infermiere di famiglia e di comunità, che arriverà nelle Asl per occuparsi di salute e prevenzione sul territorio.
I vari decreti che si sono susseguiti, complice la pandemia, dal 2020 ad oggi, hanno portato a rendere possibile l’istituzione di questa figura, sarà il punto di contatto tra le persone e la sanità. Non lavorerà da solo, ma in equipe con medici curanti, fisioterapisti, psicologi e assistenti sociali, in ogni distretto della Asl, come avviene già oggi nelle Case della salute in alcune Regioni.
Un’intera equipe che ruota attorno alle esigenze del malato, dell’anziano, della famiglia. Questo è il servizio che offrono i centri di Assistenza Viva e Assistenza Viva Autismo.