Siamo tutti sensibili ai rinforzi positivi
Ci ricordiamo tutti dei grandi elogi che abbiamo ricevuto nella nostra vita. Gli applausi alla fine di uno spettacolo scolastico, le critiche positive in un giornale, o la nostra foto pubblicata accanto ai nostri risultati. Abbiamo tutti sicuramente notato che ricevere questi elogi ci permette di essere ancora più motivati nel compiere le nostre missioni. Volevamo recitare meglio, lavorare meglio…In altri termini, le ricompense dopo i nostri atti rinforzano la nostra determinazione e ci portano a migliorare i nostri comportamenti. Tutti noi reagiamo ai rinforzi, che si tratti di applausi evidenti e flagranti per un lavoro ben svolto, o semplicemente di un assegno ricevuto a fine mese. Noi tutti lavoriamo in cambio di qualcosa. Siamo educati per ottenere un sorriso dal nostro interlocutore.
Premesso ciò, i bambini, compresi i bambini con una disabilità psichica, non sono diversi da noi su questo punto. Quando i bambini sono ricompensati, reagiscono in modo positivo. Queste ricompense e incoraggiamenti vengono chiamati “rinforzatori” e rappresentano senza dubbio la migliore arma per aiutare una persona con disturbi dello spettro autistico ad apprendere.. E’ quindi fondamentale aiutare la famiglia a scoprire quali sono i rinforzatori e come si usano.
Identificare i rinforzi più importanti
Ricordiamoci innanzitutto che ogni bambino/adulto ha i suoi propri rinforzatori, e che questi potrebbero cambiare quotidianamente sotto l’influenza di diversi fattori che vedremo insieme in questo articolo; è quindi consigliato di averne una lista copiosa a portata di mano.
Alcuni bambini amano le caramelle, ad esempio, ed altri le detestano. Alcuni bambini possono reagire bene grazie alle figurine date dopo un tempo detto di “latenza” mentre altri hanno bisogno di un rinforzo immediato. Ognuno è un caso a se. Durante una conferenza del Dottor Glen Latham, nel 2000, propone l’idea che ogni essere umano ha bisogno di 8 risposte positive (rinforzi sociali) per ogni critica ricevuta. Le risposte positive possono essere verbali o non verbali (segno del pollice, sorriso). Affermato ciò, individuare e utilizzare correttamente i rinforzi è una delle cose più difficili poiché questi sono diversi a seconda delle situazioni, dei momenti e rispondono ai principi di sazietà e di desiderio. Per spiegare meglio: poco importa quanto un bambino ami una caramella, questa non sarà più considerata un rinforzo positivo utile se ne ha a disposizione quando vuole e quante ne vuole. In questo caso quindi le caramelle perdono completamente il loro potere sulla motivazione del bambino. Detto questo, privare un bambino/adulto del suo rinforzo positivo può dar luogo ad una frustrazione che non sarà in grado di gestire e, quindi, ci sarà un comportamento problematico. Si tratta quindi di un equilibro particolare che ogni educatore, familiare, caregiver deve essere in grado di stabilire. Ad esempio, mentre la privazione di un elemento rinforzante può aumentare la motivazione, questo potrebbe anche generare nel bambino l’idea che lo sforzo è troppo importante e quindi spostare altrove la sua attenzione. Il bambino può semplicemente decidere che il gioco non vale la candela. Questo si traduce con bambini che adorano un gioco, un alimento, un video e di punto in bianco non danno più all’elemento la stessa importanza.
Scelta dell’elemento rinforzante
All’inizio di un qualsiasi programma di apprendimento, bisogna scegliere degli elementi rinforzanti che l’educatore potrà “controllare”. Per esempio, un giocattolo non è considerato come un buon elemento rinforzante per iniziare un apprendimento, poiché l’educatore potrebbe non riuscire a riprenderlo o provocare un comportamento problema nel ritirarlo al bambino. Dei dolce, al contrario, possono essere tagliati in pezzi più piccoli che possono essere dati al bambino uno alla volta. Altri rinforzi facili da utilizzare sono delle caramelle o succhi di frutta e bevande. Una volta che il bambino ha consumato il suo rinforzo, si rimetterà “al lavoro” per averne un altro. Gli alimenti possono quindi essere un elemento rinforzante molto utile anche se genitori ed educatori ne limitano altamente il ricorso. Le motivazioni dietro il ricorso al rinforzo di tipo alimentare sono principalmente due:
- Motivazioni sanitarie: lasciare un bambino/adulto mangiare durante tutta la seduta non è un bene per la sua salute.
- Motivazioni deontologiche: tanti sostengono che sia un metodo più utile per l’addestramento canino e quindi vedono in questa tecnica un metodo non deontologico se applicato ad un essere umano
Osservare i gesti di Auto-stimolazione o i comportamenti problema per immaginare i rinforzi
Per determinare quali siano i migliori elementi rinforzanti per il bambino/adulto, può essere importante di osservare i gesti di auto-stimolazione e i comportamenti problema per trasformarli in rinforzi positivi. Ad esempio, se il bambino/adulto si isola muovendo le mani e/o le dita davanti gli occhi, è probabile che voglia auto-stimolarsi da un punto di vista visivo; in questo caso un oggetto luminoso potrebbe diventare un elemento di rinforzo.
Come valutare l’efficacia dei rinforzi
E’ ora importante imparare a fare delle liste dei possibili elementi rinforzanti e farle in modo costruttivo. Il metodo più utilizzato è quello della categorizzazione degli elementi trovati: tradotto in parole facili, fare diverse liste a seconda della categoria di elementi
- Video
- Alimenti
- Giocattoli
Tra le diverse liste possibili, fatene una specifica agli elementi che si possono utilizzare seduti a tavola e una seconda per le attività rinforzanti che necessitano dei movimenti (e quindi uno spazio) più importante.
Tutto questo lavoro di ricerca e redazione degli elementi rinforzanti è fatta nel periodo di osservazione a monte di un qualsiasi programma di apprendimento. Nelle tecnica puramente ABA, i terapisti lo fanno solitamente nella fase chiamata di “pairing” poiché il loro obiettivo principale è di essere associati a qualcosa di positivo agli occhi del bambino/adulto e per farlo, ricercano e utilizzano degli elementi gradevoli e positivi.
Un altro elemento fondamentale per questa fase, conosciuto dalla maggior parte dei terapisti, è l’attenzione nei dettagli. Un esempio: la maggior parte delle persone con disturbi dello spettro autistico, adulti e bambini, hanno una rigidità cognitiva importante (argomento trattato in un articolo precedente). Questo significa che, per esempio, che se proponete un succo di frutta alla persona per verificarne il potenziale di rinforzo e la persona non risponde, potrebbe essere a causa del bicchiere scelto (che è diverso da quello usato nella vita di tutti i giorni) e non a causa del succo di frutta. Questo tipo di situazione è piuttosto tipica e rende la selezione degli elementi rinforzanti particolarmente difficile. Per risolvere questo problema, ricordatevi di proporre degli elementi rinforzanti in modo diversi e variati. A volte questa rigidità può ad esempio non attirare il bambino verso un giocattolo solo perché glielo proponiamo in una stanza in cui lui è abituato ad utilizzarne un altro. Per non ritrovarsi bloccati in questo tipo di problematiche, si usa spesso un primo periodo di osservazione in cui si lascia il bambino/adulto libero di interagire con diversi elementi lasciati a portata di mano.
Questo articolo è tratto dal libro “ Les techniques d’apprentissage du comportement verbal” di Mary Lynch Barbera, scritto con l’aiuto di Tracy Rasmussan.